LA NOSTRA FILOSOFIA: PERSONE, TALENTI E SUCCESSO
Le ragioni che spingono sempre più italiani a cercare sicurezza all’estero, in genere, sono:
1) l’incertezza economica e politica dell'Italia;
2) la possibilità di utilizzare i propri risparmi senza limiti imposti dallo Stato;
3) evitare controlli invasivi solo per il fatto di aver comprato un automobile o un bene di valore elevato;
4) avere sempre accesso al proprio denaro evitando di incorrere nel congelamento dei conti per presunte illegalità senza nemmeno essere stati giudicati;
5) salvaguardare i propri risparmi dalla crisi economica;
6) accedere al credito di Paesi esteri;
7) garanzia e tutela della privacy;
Vivendo l'Europa ormai da anni un'alta volatilità nei mercati finanziari, termini come spread e default hanno conquistato sempre più spesso le prime pagine. Non volendo addentrarci troppo in questioni economiche e finanziarie, basti dire che è chiaro a tutti che la situazione era e rimane esplosiva, nonostante i momenti di temporanea quiete dei mercati finanziari (quanto meno dei mercati obbligazionari, mentre quelli azionari sono sottoposti da tempo a forte volatilità).
La situazione di fondo infatti non è cambiata, anzi è pure peggiorata. Prendendo in considerazione le previsioni economiche si vedrà come la crescita economica (PIL) stenti a ripartire e si potrà, forse, dire che la recessione è finita - ossia che si è toccato, per ora, il fondo - ma non certo che sia in atto una reale ripresa; di ripresa, infatti, si potrebbe parlare solo allorquando si vedesse una crescita costante di almeno il 2%. Ad oggi, l’unica novità significativa è l’intervento massiccio della BCE, che in realtà crea una ricchezza artificiale immettendo nuova liquidità tramite l’acquisto di titoli di Stato, una sorta di droga che nel medio-lungo periodo potrà persino essere dannosa se non sarà accompagnata da reali riforme sia in ambito nazionale che continentale.
L’intervento della BCE ha ridotto lo spread tra Btp e Bund e di conseguenza i rendimenti dei titoli di stato dei paesi europei in difficoltà. Ma i dati reali restano pesantemente negativi. Il debito pubblico dei paesi europei è aumentato. Il Pil si è ridotto. E soprattutto la fiducia di consumatori e imprenditori è ancora ai minimi storici, data la mancanza in Paesi come l'Italia di stimolo alla crescita, elevata corruzione, mancanza di riduzione della spesa pubblica e "pseudo" lotta all'evasione fiscale (quest'ultima inevitabile e in aumento proprio per il mancato taglio delle tasse e l'utilizzo delle stesse per mantenere un sistema clientelare di posti di lavoro).
La fiducia è l’elemento essenziale. Chi vuole aprire un conto all’estero non lo fa tanto per evitare un prelievo forzoso sul conto corrente (come nel 1992) o una patrimoniale che potrebbe sicuramente colpire il nostro paese - e in realtà l’imposta di bollo sulle attività finanziarie e le varie tasse sulla casa sono di fatto delle mini-patrimoniali - ma per salvaguardare i risparmi di tutta una vita da un possibile tracollo dell’euro o dei paesi che ne fanno parte, e soprattutto perché non ha più fiducia nei politici locali e nel sistema paese che hanno dimostrato ormai in maniera lampante la propria affidabilità nei momenti di vera necessità (vedi fallimento di banche che han lasciato clienti senza i loro risparmi).
I fallimenti di uno Stato non sono una novità, prendiamo il caso Argentina, il quale ha coinvolto diversi risparmiatori italiani. In Argentina si salvò solo chi aveva portato i suoi soldi all’estero. Non si sono salvati neppure coloro che pensavano bastasse avere titoli o valute estere. Infatti gli argentini che avevano conti in dollari americani nelle banche argentine se li sono visti convertire in parità con il pesos: un dollaro per ogni pesos. Ma senza andare troppo lontano, anche i greci hanno visto i loro risparmi andare in fumo e i loro conti bloccati, con lunghe code agli sportelli bancomat per ritirare il massimo giornaliero consentito.
Chi pensa di tutelarsi con conti in multi valuta o investimenti in titoli esteri nelle banche italiane rischia comunque. Perché le banche italiane saranno soggette alle leggi del paese e quando un paese fallisce le leggi sono eccezionali e straordinarie. Inutile appellarsi all’equità o alla giustizia. In emergenza non si guarda in faccia a nessuno e saltano i normali principi democratici. A maggior ragione in un paese come l’Italia che già oggi, come in passato, non dimostra grandi qualità in termini di equità e giustizia.
Certamente si potrebbe obiettare che lo scenario fallimento e crollo dell’Euro è uno scenario estremo. E ne siamo convinti anche noi. Esistono però anche scenari intermedi (di fatto quello che è successo in Grecia o a Cipro) e in questo caso (augurandoci che non si verifichi nemmeno il meno pessimista) risulta evidente che non tutte le banche e/o Paesi sovrani sono uguali: ne esistono alcuni a un gradino più basso e altri a un gradino più alto.
Chi vive in paesi che stanno vivendo più difficoltà ne sta già pagando lo scotto in termini di tasse, possibilità lavorative, prospettive pensionistiche etc. e il futuro è ancora più incerto. In Paesi come l'Italia dietro al limite alla circolazione del contante, a controlli su controlli, ai limiti a prelievi e bonifici non c'è la volontà di limitare il riciclaggio o il nero, ma la reale finalità è di limitare la libertà dei cittadini di usare e spostare i propri risparmi come meglio credono, in modo che il denaro venga lasciato nelle banche, pena controlli su controlli; e si sà, in Italia è il contribuente a dover dimostrare di aver pagato tutto, il principio di colpevolezza fino a prova contraria insomma, e sopratutto in ambito fiscale.
Rammentiamo che SOLO in Italia ci sono controlli fiscali tipici dei regimi totalitari ai limiti (e oltre) della stessa legalità. In Gran Bretagna sono vietati controlli "aggressivi" del fisco così come vengono attuati in Italia. Questi, infatti, in Gran Bretagna sarebbero sicuro oggetto delle attenzioni del Crown Prosecutor e trattati come episodi di stalking.
L’incertezza delle banche italiane è divenuta ancor più evidente lo scorso Novembre grazie al fallimento pilotato di quattro banche (fallimento che ha colpito molti clienti possessori di azioni e obbligazioni subordinate vendute tranquillamente allo sportello) e all’introduzione del cosiddetto bail-in. Vorremmo dedicare un articolo apposito a questo tema, per evidenziare le differenze fra il sistema di tutela italiano e quello britannico e irlandese e di altri Paesi, molto più sicuri ed affidabili. Infatti il fondo di garanzia britannico, ad esempio, è di gran lunga più affidabile grazie al sistema paese (il fondo italiano non potrebbe far fronte nemmeno alla crisi di una banca media). Inoltre, è reso ancor più sicuro ed affidabile dal fatto che il fondo britannico dispone in anticipo della liquidità per intervenire (mentre quello italiano è vuoto, le altre banche versano i capitali richiesti solo a crisi conclamata) e può farlo liberamente, tutelando anche correntisti (oltre i famosi 100.000 euro) e obbligazionisti. Le banche britanniche di fatto consentono una diversificazione completa del rischio, sia del rischio paese che del rischio banca, mentre in italia se cade uno, cadono tutti.
Per tali ragioni riteniamo fondamentale avere un conto estero, e/o anche fuori dai paesi dell’Unione Europea, perché no. E avere la possibilità di spostare il proprio denaro su quel conto o di cambiare valuta con un semplice clic. Sono davvero centinaia di migliaia le persone nel mondo che avrebbero voluto la possibilità di farlo prima di essere colpiti da disgrazia, ma purtroppo, del senno di poi son lastricate le strade. Con un semplice clic, nel giro di massimo due giorni, potrai portare al sicuro i tuoi risparmi. Occorre chiaramente fare attenzione ed essere pronto ad anticipare gli eventi. Meglio un falso allarme che farsi cogliere impreparati. Perché nel momento in cui gli eventi dovessero precipitare, la tua banca o l’intero paese potrebbero entrare in crisi. Da un giorno all’altro il tuo conto bancario potrebbe essere bloccato e non sarai più padrone dei tuoi soldi non avendovi accesso (non sono solo parole, chiedete a chiunque in Grecia).
Gli italiani che si spostano da noi nel Regno Unito ripetono sempre le stesse motivazioni: stanchezza e sfiducia verso un paese in cui anche i più paradossali sprechi e malcostumi non si riescono a cambiare. E a pensarla così sono in tanti. Fino a giugno 2011, prima dell’acuirsi della crisi, gli italiani avevano spostato dalle banche italiane verso l’estero 23,4 miliardi di euro (fonte Banca Italia). Oggi siamo vicini agli 80 miliardi. Non a caso ben il 74% delle persone che ha aderito alla recente Voluntary Disclosure, ha comunque preferito lasciare i suoi soldi in altri Paesi.
Da notare che questi sono i flussi monitorati spostati tramite i consueti canali bancari, stiamo quindi parlando di soldi legali esportati regolarmente da comuni lavoratori e imprenditori italiani. Ed è a questi ultimi che ci rivolgiamo con queste considerazioni.
I "malcostumi italiani, fiscali, giudiziari e politici" sono sinonimo di totale mancanza di solidità e affidabilità del Paese e del suo sistema bancario. Affidarsi alla Cassa Depositi e Prestiti o comprare titoli di stato o obbligazioni o alla copertura da parte dello Stato Italiano fino a 100.000 € siamo sicuri sia così certo? Ribadiamo che in caso di emergenza come in Grecia si perde ogni garanzia da parte dello Stato, quindi i propri risparmi svaniscono! Bisogna fidarsi di Paesi che hanno politiche economiche stabili e non risentono della totale incertezza politica ed economica.
A che serve avere i propri soldi in un conto corrente bancario, se poi i soldi non li puoi toccare o appena fai una operazione bancaria vieni controllato? E' assolutamente come NON AVERLI!
Quello che oggi ti può sembrare impossibile non lo è affatto. Del resto se 10 anni fa ti avessero detto che i cittadini greci avrebbero perso i loro risparmi ci avresti creduto? Avresti mai pensato che i titoli di stato potessero rendere meno di zero? (e sia chiaro, li comprano solo le grandi banche per non tenere il denaro fermo, che altrimenti costerebbe ancora di più). E solo fino a qualche mese fa (prima del fallimento di Etruria, Banca Marche etc.) cosa avresti risposto a chi sosteneva che le banche italiane erano a rischio? Prevenire è meglio che curare, non solo in campo medico ma anche in finanza!
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